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“Da Nardò fino a Taranto non c’è nulla, c’è l’Arneo, un’espressione vagamente favolosa, come nelle antiche carte geografiche quei vuoti improvvisi che s’aprivano nel cuore di terre raggiunte dalla civiltà”: 

così Vittorio Bodini negli anni Cinquanta descrive l’Arneo.

Mi piace pensare a un vuoto generativo, un ritorno all'immagine madre che, scavando nella terra rappresa e sondando le profondità di un mare conosciuto, dà luce a trasformazioni ancora da interpretare.

"From Nardò to Taranto there is nothing, there is Arneo, a vaguely fabulous expression, like in those ancient maps some vacant places suddenly unwind themselves in the very heart of those lands reached by civilization”: with these words the poet Vittorio Bodini describes Arneo in the Fifties.

 

While thinking about Arneo I imagine a 'generative' void, that means going back to the Mother of all images. This is possible only by digging a hard land, or deepening the Unknown of the sea - allowing new interpretations that are still able to make a change.

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